Mimmo Cattarinich – Storia d’un Maestro della Luce
Di antiche origini dalmate, nasce a Roma nel 1937 e qui trascorre la sua vita fino alla scomparsa nel 2017.
Per quasi 50 anni ha lavorato nel suo studio che affacciava su Largo Federico Fellini, in cima a Via Veneto, nel “focus” di quella che fu denominata “la dolce vita romana”, spaziando dal cinema, al reportage, ai ritratti, al glamour e alla pubblicità.
Fu uno dei capofila storici della fotografia italiana, nonostante la sua notorietà si debba ai lavori svolti sui set cinematografici più prestigiosi, egli stesso precisava di non sentirsi uno ‘specialista’ ma un fotografo tout court. Chi lo conosceva sapeva che l’autocritica totalmente scevra da recriminazioni era una caratteristica della sua personalità, della serietà professionale con cui affrontava e risolveva gli incarichi che gli venivano offerti.
La sua affidabilità e il suo rigore nel lavoro gli permisero di avere molteplici occasioni ai più alti livelli e nei più variegati settori della fotografia, permettendogli di costruire una prestigiosa carriera. La sua storia di fotografo cominciò a metà degli anni Cinquanta negli studi di De Laurentiis.
Iniziò da giovanissimo a lavorare come assistente di camera oscura e successivamente come fotografo di scena con diversi registi come Mario Bava, Alessandro Blasetti, Mauro Bolognini, Dino Risi, Luciano Salce, Carlo Lizzani, Patroni Griffi, per arrivare poi sui set di Federico Fellini, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Antonioni, Hugh Hudson, Paul Mazursky, Peter Yates, Almodovar, Bertolucci, Tornatore, Benigni e altri ancora.
Per anni alternò la sua attività di fotografo di scena al ritratto per riviste nazionali ed internazionali di alto profilo, ritraendo star internazionali del calibro di Maria Callas, Claudia Cardinale, Sophia Loren, Peppino De Filippo, Totò, Vittorio De Sica, Alain Delon, Mastroianni, Catherine Deneuve, Henry Fonda, Isabelle Huppert, Faye Dunaway, Rutger Hauer, Mickey Rourke, Brian De Palma, Antonio Banderas, Javier Bardem, Penelope Cruz, Rupert Everett, Steven Seagal ecc., alternandoli a personalità di spicco del mondo della politica, della cultura e dello sport.
Gli insegnamenti tratti dai Maestri con i quali lavorò, vennero applicati nelle storie pensate e da lui realizzate per immagini, scatto dopo scatto. Il Cinema restò il grande amore, gli aveva insegnato il senso della coralità, del sacrificio di gruppo, e l’importanza per l’organizzazione, non avendo mai inteso il lavoro come un progetto da perseguire con metodo scientifico per un’ambizione personale, bensì come intermediazione tra sé e l’avventura, i viaggi e l’amore per le cose.
Nel corso degli anni, Mimmo lavorò seguendo e realizzando progetti che lo portarono ovunque fosse richiesta la sua abilità: Milano, Madrid, Barcellona, Parigi, Londra, Amsterdam, Stoccolma, Mosca, New York ed L.A. ma anche Argentina, Amazzonia, Maldive e molto spesso in Africa, fotografando sempre come free lance per le riviste ed i giornali più letti e diffusi d’Italia e del resto d’Europa.
The lessons he learned from the Masters he worked with were translated into the visual stories he imagined and built, image after image. Cinema remained his greatest love. It taught him the sense of collectiveness, shared sacrifice and the importance of organization. He never saw his work as a project to pursue through scientific method for personal ambition, but rather as a territory of mediation between himself and adventure, travel and the love for things.
Over the years Mimmo followed and created projects that took him anywhere his ability was needed. Milan, Madrid, Barcelona, Paris, London, Amsterdam, Stockholm, Moscow, New York and Los Angeles, and also Argentina, the Amazon, the Maldives and very often Africa. He always worked as a freelance photographer for the most widely read and distributed magazines and newspapers in Italy and the rest of Europe.
MIO PADRE
Mio padre, Mimmo Cattarinich, è nato nel 1937 durante la seconda guerra mondiale, e l’ha vissuta per intero, così come i genitori, i miei nonni, che l’hanno cresciuto in un ambiente certamente non agiato, ma sano e ricco comunque di etica, moralità e con alti valori sociali.
Un uomo difficile, spigoloso, ma acuto, intelligente, curioso; un viaggiatore senza mete definite, un nomade dell’immagine. Ha espresso il suo talento già dai primi anni della professione, in un settore della fotografia dove la creatività ha poco spazio e si muove in ambiti angusti e soffocanti.
Lo“still photographer”, così definito dagli americani, niente di più che una macchina fotografica atta a registrare ciò che la cinepresa filma, null’altro. Il manuale insegna sinteticamente che il fotografo deve stare parallelo e direzionato esattamente come l’obbiettivo. Eppure mio padre ha trasformato questa attività, in qualcosa che lo ha reso noto in pochissimi anni, regalandoci scatti di autentica arte. Donando tocchi di vera creatività laddove non sembrava potesse essercene. Disegnando il “set” come un mondo pieno di magia.
Presto ha deciso di allargare i suoi orizzonti, affrontando il reportage, i viaggi, il ritratto, ed infine il glamour, sua passione.
Non ha mai tradito le aspettative, in ogni campo egli si sia cimentato i riconoscimenti sono giunti rapidi e incontrovertibili. Ha lavorato per le più grandi riviste europee, affermando il suo nome nel continente americano, collaborando non solo con registi d’oltreoceano, ma anche ritraendo attori importanti e vincitori di Oscar.
Ha trattato sempre la sua professione con severità, serietà, ed impegno.
Non ha concesso mai all’improvvisazione, non si è mai accontentato meno che della perfezione. Maniacale, puntiglioso, quasi ossessivo nella ricerca della luce.
Con lui ho condiviso più di venticinque anni di lavori, ed ho imparato quasi tutto quel che so, ma nel suo silenzio. Potevo rubare con gli occhi ogni movimento, ogni scatto, ma chiedere era impossibile. Era così mio padre, geloso dei suoi segreti, del suo sapere, ma nello stesso tempo generoso di una fotografia sublime e ricercata, quasi manieristica.
Ha ricevuto molto da questa professione, che ha tracciato per intero la sua esistenza, non avendo avuto altre passioni.
Ogni mostra organizzata dove le sue immagini vengono proposte è una commemorazione oggettiva al suo incredibile talento ed io lo rivedo in ogni singolo scatto, senza mai stancarmi.
Armando Cattarinich